Il terremoto del 12 gennaio 2010 in Haiti portò distruzione. La città, con i suoi palazzi erano rasi al suolo o troppo fragilizzati da continuare ad abitarci dentro. Le persone lasciarono le abitazione e fecero di ogni area verde della città, un accampamento. Furono allestiti dei veri e propri villaggi. Quando entrai, le tendopoli mi colpirono immediatamente per la loro leggerezza, la loro grazia, la loro dignità, il loro senso estetico e l’infinita tristezza che queste strutture comunicavano per la loro fragilità e precarietà.